Ansia, paura, panico e fobie spiegate dallo Psicologo di Milano

Ansia, paura, panico e fobie spiegate dallo Psicologo di Milano

Maurizio Rabuffi - lun 15 gen - ansia , fobie , panico , psicologia clinica , sostegno , paura , milano

Il Dott. Maurizio Rabuffi, psicologo di Milano è un consulente professionista in grado di seguire i pazienti nell'affrontare le loro ansie, le loro paure, le condizioni di panico che vivono e le fobie. Grazie alla spiegazione offerta dal dott. Rabuffi, possiamo capire meglio di cosa si tratta, le tentate soluzioni e la terapia breve-strategica per i fenomeni sopra citati.

Lo psicologo di Milano: l'ansia e la paura

L'ansia è la parola più ricercata nella rete dopo depressione. E' stata abbondantemente descritta dalla letteratura psicologica come una reazione dovuta ad un'eccessiva preoccupazione che diventa patologica quando assume un carattere pervasivo e incontrollabile.
La paura è un'emozione primaria, comune sia al genere umano che a quello animale. E' provocata da una situazione di pericolo che può essere reale o immaginaria. E' un'emozione dominata dall'istinto, spesso accompagnata da una reazione organica di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l'organismo a reagire alla situazione d'emergenza, disponendolo solitamente in atteggiamenti di fuga o attacco. Indici fisiologici, espressioni del volto, tratti comportamentali, esperienza soggettiva, fanno sì che ogni discorso sulla paura sia legato all'osservatore, che attraverso le proprie "mappe" attribuisce un'etichetta linguistica con cui categorizzare cose diverse a seconda della prospettiva teorica e degli strumenti di indagine utilizzati.

La classificazione dei disturbi d'ansia e lo Psicologo di Milano

Il DSM-5, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, classifica tra i Disturbi d'ansia i seguenti disturbi: Disturbo d'ansia di separazione, Mutismo selettivo, Fobie, Disturbo d'ansia sociale, Disturbo di panico, Agorafobia, Disturbo d'ansia generalizzata. Il tratto comune delle persone affette da questi disturbi è che, quando il disagio si fa invalidante, giungono al punto di non poter svolgere una vita autonoma e indipendente dalle persone attorno a loro, così come sono incapaci di svolgere da soli qualunque attività, liberi dalla dall'ansia, dalla paura o dalla fissazione fobica.

Lo psicologo Rabuffi spiega cosa serve per un intervento efficace

Quello che interessa per un efficace intervento è comprendere il concreto funzionamento del problema nelle sue dinamiche e nei suoi processi; interessa non tanto capire perché esiste il problema, quanto piuttosto come funziona. Occorre studiare il fenomeno nella sua globalità secondo un'ottica circolare e non lineare, tenendo sempre presente che ogni variabile si esprime in funzione del suo rapporto con le altre variabili e il contesto situazionale. Si ha quindi l'esigenza di studiare i fenomeni interattivi, perché sono essi stessi che determinano l'esprimersi del processo in corso e l'espressione di ogni suo singolo fattore. Serve studiare come il sistema di percezione e reazione nei confronti della realtà funziona nel qui ed ora della persona, in maniera tale da applicare le strategie più opportune per cambiare il funzionamento di tale sistema disfunzionale e portare il soggetto a risolvere rapidamente ed efficacemente il suo problema.

Le tentate soluzione dei pazienti dello Psicologo di Milano

Le tentate soluzioni, ovvero tutto quanto la persona mette in atto per evitare il disagio, conducono all'aggravarsi della sintomatologia finendo per costituirla ad un livello maggiore di gravità, quello della completa generalizzazione delle percezioni e reazioni fobiche nei confronti della realtà. La persona entra, in questo modo, in uno stato di impotenza appresa, sente di non avere il controllo degli eventi e la dinamica circolare retroattiva tra soggetto e realtà tende a irrigidirsi. Da questa prospettiva, ansia, paura, panico, fobie non appaiono più come il prodotto di una precisa e determinata causa, quanto il frutto di un complesso processo di retroazioni tra soggetto e realtà innescato da un evento che spesso non possiede rapporto causale con la tipologia di disturbo in seguito sviluppatesi.
Nel caso di Agorafobia, la persona rileva una prima esperienza, reale o immaginaria, di disagio o ansietà con somatizzazioni emergenti in situazioni caratterizzate dal sentirsi soli, incapaci e impotenti nei confronti del proprio disagio. Sulla base di questo episodio mette in atto due tentate soluzioni: la soluzione di evitamento e la soluzione di richiesta di aiuto alle persone care. L'evitamento iniziale conduce a una catena di evitamenti sino a che si giunge ad evitare ogni esposizione personale.
Nel caso di Disturbo di panico, si rileva un primo episodio, reale o immaginario, di forte somatizzazione ansiosa (tachicardia, svenimento, confusione mentale, sudorazione...) o di forte paura di sentirsi male. Tale esperienza innesca una reazione di tentato controllo delle proprie funzioni organiche con il risultato che tale tentativo alimenta ulteriormente il problema finendo per innescare le temute alterazioni organiche e costituire il circolo vizioso della paura. A questo si aggiungono le retroazioni sociali di tentata protezione da parte dei famigliari che paradossalmente confermano nel soggetto la "gravità" del disturbo. Come appare evidente, le tentate soluzioni messe in atto dal soggetto sono l'ossessivo tentativo e bisogno di controllo del sintomo che invece di ridurlo lo aumenta e la necessità vissuta conflittualmente di supporto famigliare e intervento medico.
Nel caso della sindrome composta di Disturbo di panico con Agorafobia, si rileva la copresenza delle interazioni tra soluzioni tentate e persistenza del problema, proprie della sindrome da agorafobia e del disturbo da attacchi di panico. In questa casistica si rilevano quindi le tentate soluzioni dell'evitamento, della richiesta di aiuto e dell'ossessivo controllo delle proprie reazioni interne alle quali si aggiunge la tentata soluzione farmacologica. Dall'esperienza clinica emerge che, se la persona ha maturato il disturbo agorafobico sulla base della sindrome da attacchi di panico, sarà necessario intervenire, come prima leva del cambiamento, sulla tentata soluzione dell'ossessivo controllo delle proprie reazioni organiche e psichiche, per poi passare all'intervento sulle altre soluzioni che mantengono il problema. Se al contrario gli attacchi di panico emergono sulla base di un sistema percettivo-reattivo agorafobico, sarà necessario come primo intervento il blocco del circolo vizioso basato sull'evitamento e richiesta di aiuto per poi passare a disinnescare le altre tentate soluzioni.

Lo psicologo di Milano e la terapia Breve-Strategica

La Terapia Breve Strategica dispone di protocolli specifici per il trattamento dell'ansia e dei singoli disturbi che spesso la sottendono, capaci di risolvere il problema con un tasso di efficacia ed efficienza superiore a qualunque altra psicoterapia. L'intervento terapeutico è volto a spezzare la ricorsività delle tentate soluzioni e con questo la persistenza del sistema percettivo-reattivo. L'efficienza relativa alla guarigione dal disturbo si attesta su una media di 10 sedute per l'intero trattamento. Lo sblocco della sintomatologia, si realizza entro le prime 6 sedute, ovvero dopo circa 3-4 mesi dall'inizio della terapia. L'efficacia dei protocolli di trattamento, ovvero la loro percentuale di successo si attesta sul 95% dei casi.

Dott. Maurizio Rabuffi: la professionalità per affrontare ansia, paure, panico e fobie

Il Dott. Maurizio Rabuffi, psicologo di Milano, è iscritto all'Albo degli Psicologi della Lombardia (Sezione A, nr. 18441) e specializzando in Psicoterapia Breve Strategica presso l'Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Roma.

Può essere contattato per un percorso di psicologia a Milano via telefono al numero 3479013919 oppure via mail scrivendo a info@rabuffi.it. Riceve nei suoi studi: in Viale Montenero, 62, Milano (MM3 fermata Porta Romana), via A. Bazzini, 25, Milano (MM2 fermata Piola) e via T.Tasso, 13, Cologno Monzese (MM2 Cologno Nord)

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