Dare troppo agli altri: la trappola dell’autosacrificio
Maurizio Rabuffi - mer 06 set - tecniche psicologiche , cologno monzese , milano , ipnosi , psicoterapia
Ci sono persone che hanno una spiccata sensibilità verso la sofferenza psicologica degli altri al punto da sentirsi profondamente motivate a fare di tutto per alleviarla o prevenirla. Spesso però questa attenzione ai bisogni degli altri avviene a discapito dei propri bisogni e sentimenti che vengono ignorati e soppressi.
Se si identificano nella persona la presenza di almeno cinque delle seguenti caratteristiche c'è un'alta probabilità di trovarsi di fronte allo schema di autosacrificio:
- le persone normalmente si rivolgono a me per chiedere aiuto o consiglio;
- tendo a pensare agli altri piuttosto che a me stesso;
- lascio perdere ogni cosa se qualcuno vicino a me ha bisogno del mio aiuto;
- do più agli altri di quanto ricevo da loro;
- faccio le cose per gli altri piuttosto che lasciare che si sforzino di farle da soli;
- se qualcuno mi chiede qualcosa mi sento colpevole se rispondo di no;
- mi capita di sentirmi stanco e oberato dalle cose che devo fare per gli altri;
- trovo difficile vedere qualcuno che soffre emotivamente;
- raramente esprimo i miei sentimenti e i miei bisogni agli altri;
- mi sento egoista a mettere i miei interessi davanti a quelli degli altri.
Da dove proviene l'autosacrificio?
L'autosacrificio nasce in famiglie con genitori bisognosi di aiuto. I genitori potrebbero essere stati disabili, immaturi emotivamente, instabili emotivamente o con una dipendenza. Qualunque sia stata la circostanza, il bambino è cresciuto calandosi nel ruolo del "bambino-genitore" che si deve occupare dei propri genitori o dei fratelli. Forse il bambino ha dovuto ascoltare i genitori che gli confidavano i loro problemi o avere responsabilità troppo grandi per la sua età. Forse ha dovuto raccogliere il genitore ubriaco sul pianerottolo o portarlo a casa da un bar. Potrebbe aver dovuto proteggere in qualche modo il fratellino più piccolo, aiutarlo con i compiti, assicurarsi che mangiasse e indossasse vestiti puliti. Il ruolo e l'identità della persona diventa in questo modo quella di colui che si deve occupare degli altri e che probabilmente ha sentito commenti in cui veniva elogiato per questo. In questo modo, il valore della persona diventa associato al dover aiutare gli altri; occorre mettere gli altri prima di se stessi e i propri bisogni non sono importanti quanto quelli degli altri.
Come l’autosacrificio influenza la vita di una persona?
Lo schema di autosacrificio può sembrare all'apparenza un buono schema: le persone sono generose e si dedicano agli altri. Il problema risiede però nel fatto che la persona che si sacrifica, rinunciando ai suoi bisogni, a lungo andare potrebbe sviluppare una sintomatologia psicosomatica che può si manifestare con mal di testa, disturbi gastrointestinali, dolori cronici o affaticamento. Questi sintomi possono essere considerati una conseguenza diretta dello stress generato dal profondo squilibrio tra il dare e l'avere a cui la persona si sottopone in ambito relazionale. Poiché le altre persone non necessariamente attribuiscono lo stesso valore al sacrificio, non è infrequente che quando si chieda loro aiuto non rispondano con reciprocità, determinando nella persona rabbia e risentimento.
Ignorare i bisogni e i desideri per tanto tempo può portare a una profonda sensazione di vuoto e angoscia che potrebbe spingere la persona per stare meglio ad abusare con il cibo, l'alcool o le droghe.
Le strategie terapeutiche più efficaci
Le strategie cognitive sono utili per aiutare la persona a mettere in discussione la sua esagerata visione della debolezza e della fragilità delle altre persone; per acquisire una maggior consapevolezza dei bisogni, per comprendere le sue naturali esigenze di essere curato, compreso, protetto e guidato. Attraverso la psicoterapia, la persona viene sensibilizzata sulla sproporzione tra "il dare e l'avere", mettendo in luce la mancanza di equilibrio tra ciò che il paziente dà alle persone significative e quello che invece riceve da loro. Si imparerà a stabilire dei limiti e a non sentirsi in colpa nello smettere di dare tutto agli altri in maniera incondizionata.
A livello esperienziale, attraverso l'ipnosi o le tecniche immaginative, il paziente può confrontarsi con il genitore che lo ha fatto soffrire: il genitore che è stato troppo concentrato su se stesso per prendersi cura del figlio, ascoltarlo, proteggerlo o guidarlo. Il paziente confrontandosi con il genitore potrà esprimere la propria rabbia per essere stato costretto a "fare da genitore ai propri genitori".
Attraverso la psicoterapia la persona imparerà ad esprimere agli altri i propri bisogni in maniera più esplicita e a mostrare apertamente la propria fragilità. Inoltre, imparerà a scegliere partner forti e capaci di dare cure e attenzioni, piuttosto che compagni bisognosi di aiuto e assistenza.
Maggiori informazioni per riconoscere e imparare come esprimere agli altri i propri bisogni senza cadere nella trappola dell’AUTOSACRIFICIO
Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta specialista del'ipnosi e della Schema Therapy a Milano e Cologno Monzese
Psicologo - Psicoterapeuta competente a Milano e Cologno Monzese in Schema Therapy e Ipnosi per riconoscere e imparare come esprimere agli altri i propri bisogni senza cadere nella trappola dell’autosacrificio.
Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è un consulente professionista che aiuta e sostiene i suoi pazienti nel trattamento dei disturbi da stress dovuto all'eccessivo sacrificio nel confronti degli altri attraverso la Schema Therapy e l'Ipnosi. Grazie all'intervento da lui offerto nei suoi studi, alla conoscenza e all’esperienza maturata, i soggetti stressati potranno ottenere risultati e miglioramenti clinicamente significativi. Lo Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è iscritto all'Albo degli Psicologi della Lombardia (Sezione A, nr. 18441). Nel corso degli studi ha approfondito gli aspetti teorici e metodologici della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), dello Psicodramma Moreniano, della Mindfulness, dell'Ipnosi Ericksoniana, dell'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), della Schema Therapy, dell'Ipnosi Regressiva, della Psicoterapia Sensomotoria, della Psicologia Aumentata, dell'Imagery Rescripting (ImRs) e del Training autogeno.
Può essere contattato per un trattamento con la Schema Therapy e l'Ipnosi per affrontare la trappola dell'autosacrificio al numero 3479013916 oppure via mail scrivendo a info@rabuffi.it.
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