"Non avrò mai l’amore di cui ho bisogno”: la Trappola della Deprivazione Emotiva

Maurizio Rabuffi - mar 29 mar - tecniche psicologiche , cologno monzese , milano , psicologia clinica , sostegno , ipnosi

L’esperienza della deprivazione emotiva è legata alla sensazione che la propria vita sarà sempre caratterizzata da un senso di solitudine e di vuoto, che non si riuscirà mai a veder soddisfatti i propri bisogni, a essere ascoltati o capiti. Ci si sente soli e spesso si ha la sensazione che nella propria vita manchi qualcosa. L’immagine che meglio descrive questa condizione è quella di un bambino trascurato che avrebbe bisogno di qualcuno che gli stia vicino. È una sensazione triste e opprimente che porta nella vita a sentirsi destinati alla solitudine.

Se si identificano almeno cinque delle seguenti caratteristiche, c'è un'alta probabilità di trovarsi di fronte alla trappola della deprivazione emotiva:

  • ho bisogno di più amore di quanto ne ricevo;
  • nessuno mi capisce davvero;
  • sono spesso attratto da partner freddi che non soddisfano i miei bisogni;
  • non mi sono mai sentito realmente supportato emotivamente;
  • non mi aspetto che i miei bisogni emotivi vengano soddisfatti dalle mie relazioni, nemmeno dalle persone care attorno a me;
  • faccio fatica a lasciarmi guidare o proteggere dagli altri anche se è quello che desidero;
  • non conosco davvero le mie emozioni e i miei bisogni;
  • sento come se ci fosse un vuoto nella mia vita: qualcosa che manca ma non so che cosa;
  • non mi sono mai sentito davvero speciale per nessuno;
  • per gran parte del tempo mi sento solo.

Le origini della Deprivazione Emotiva

Le origini della deprivazione emotiva sono riconducibili alle persone che hanno svolto la funzione genitoriale e che hanno avuto la maggiore responsabilità nell’assicurare un accudimento amorevole al bambino. Queste relazioni sono il prototipo delle relazioni adulte che seguiranno e recheranno l’impronta di queste prime esperienze.

La deprivazione emotiva si sviluppa nell'infanzia quando i genitori non erano emotivamente in connessione con i bisogni del bambino. Forse i bisogni fisici sono stati soddisfatti. Forse si avevano dei giochi con cui giocare ma nessuno prestava attenzione ai sentimenti del bambino e ai suoi bisogni emotivi. Questa condizione è molto stressante e porta il bambino a sviluppare dei modi per cercare di dare senso a quello che prova.

Quando i bisogni emotivi non sono soddisfatti ci si sente invisibili, poco importanti. Le persone si sentono come se non contassero, non si trovano in sintonia e in contatto con coloro che stanno attorno e spesso riportano frasi come "non so perché sono nato; non sarei mai dovuto venire al mondo".

Nel seguito riportiamo le caratteristiche dell’accudimento che è all’origine della trappola della deprivazione emotiva:

  • i genitori sono freddi e non affettuosi. Il bambino non viene tenuto in braccio e cullato, coccolato a sufficienza;
  • il bambino non ha la sensazione di essere amato e apprezzato, di essere considerato prezioso e speciale;
  • i genitori non dedicano al figlio abbastanza tempo e attenzione;
  • i genitori non sono realmente in sintonia con i bisogni del figlio e fanno fatica a immedesimarsi nel suo mondo;
  • i genitori non tranquillizzano il bambino in modo adeguato. Il bambino potrebbe non imparare a tranquillizzarsi da solo o a farsi tranquillizzare dagli altri;
  • i genitori non forniscono al figlio una guida o un orientamento adeguati. Il bambino non possiede una figura affidabile su cui poter contare.

La deprivazione emotiva ha origine dall’assenza di determinati comportamenti di accudimento. La deprivazione emotiva è qualcosa che manca, qualcosa che il bambino non ha mai conosciuto.

Gli effetti della Deprivazione Emotiva

La deprivazione emotiva non presenta sempre segnali evidenti quanto piuttosto la vaga sensazione che manca qualcosa nella vita, ma non si sa che cosa. La persona sente un vuoto legato al mancato soddisfacimento dei propri bisogni emotivi. La deprivazione emotiva determina diversi comportamenti. Le persone possono iniziare a dire a sé stesse che c'è qualcosa di sbagliato in loro oppure che sono in qualche modo difettose. Questo porterà a sentirsi inadeguati e a provare vergogna.

Quando la deprivazione emotiva si attiva la persona si sente sola al mondo e invisibile agli altri. Per sentirsi meglio con se stessi le persone possono ricercare altre persone che li considerino e andare alla ricerca di approvazione o riconoscimento.
La deprivazione emotiva a volte può comportare autosacrificio. Le persone imparano che aiutare le altre persone e metterle davanti a se stessi permette loro di sentire di avere valore e di essere importanti. Il valore della persona deriva però solamente da quanto vale per gli altri e questo è il cuore della co-dipendenza.

La trappola della Deprivazione Emotiva: Come si può cambiare

La deprivazione emotiva si affronta innanzitutto riconoscendone l'origine, il ruolo e gli effetti nella vita attuale. I passi da intraprendere per il cambiamento sono i seguenti:

  • comprendere la deprivazione emotiva subita da bambini;
  • prestare attenzione ai sentimenti di deprivazione emotiva nelle relazioni attuali entrando in contatto con i propri bisogni di accudimento amorevole, empatia e di guida;
  • riesaminare le proprie relazioni passate e trovare i pattern ricorrenti riconoscendo i tranelli da evitare nelle relazioni future;
  • evitare partner freddi che suscitino un'attrazione elevata. Spesso la forte attrazione che si prova scaturisce dalla deprivazione emotiva che queste persone attivano in noi più che dalle qualità positive che potrebbero far durare la relazione;
  • quando si trova un partner amorevole, dare alla relazione una possibilità di funzionare dandosi il permesso di manifestare la propria vulnerabilità al partner;
  • non accusare il partner e pretendere che soddisfi i bisogni senza prima averli espressi. Spesso la deprivazione emotiva porta a nascondere i propri desideri e ad arrabbiarsi se poi non vengono soddisfatti.

Attraverso le tecniche della Schema Therapy e dell’Ipnosi regressiva è possibile fornire alle parti esiliate e vulnerabili l’esperienza mancante di accudimento amorevole, empatia e protezione, riparando il vissuto originale della deprivazione emotiva. Attraverso l’Ipnosi, la Schema Therapy e la Terapia Sensomotoria, si potrà lavorare anche sugli effetti della deprivazione emotiva: inadeguatezza, vergogna, ricerca di approvazione e riconoscimento, autosacrificio, dipendenza.

Maggiori informazioni sulla
Trappola della Deprivazione Emotiva

Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta specialista della Schema Therapy, dell'Ipnosi Regressiva, dell'Ipnosi e della Psicoterapia Sensomotoria a Milano e Cologno Monzese

Psicologo - Psicoterapeuta competente a Milano e Cologno Monzese in Schema Therapy, Ipnosi regressiva, Ipnosi e Psicoterapia Sensomotoria per intervenire sulla trappola della deprivazione emotiva.

Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è un consulente professionista che aiuta e sostiene i suoi pazienti nel percorso per affrontare la depivazione emotiva attraverso la Schema Therapy, Ipnosi regressiva, Ipnosi e Psicoterapia Sensomotoria. Grazie all'intervento da lui offerto nei suoi studi, alla conoscenza e all’esperienza maturata, le persone potranno intervenire sulla trappola della deprivazione emotiva e ottenere risultati e miglioramenti clinicamente significativi. Lo Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è iscritto all'Albo degli Psicologi della Lombardia (Sezione A, nr. 18441). Nel corso degli studi ha approfondito gli aspetti teorici e metodologici della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), dello Psicodramma Moreniano, della Mindfulness, dell'Ipnosi Ericksoniana, dell'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), della Schema Therapy, dell'Ipnosi Regressiva, della Psicoterapia Sensomotoria e della Psicologia Aumentata.


Può essere contattato per un percorso di Schema Therapy, Ipnosi regressiva , Ipnosi e Psicoterapia Sensomotoria per intervenire sulla trappola della deprivazione emotiva al numero 3479013916 oppure via mail scrivendo a info@rabuffi.it.

Riceve nei sui studi di Milano e Cologno Monzese:

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