Affrontare il senso di colpa con l’ipnosi, la mindfulness e la compassion focused therapy

Affrontare il senso di colpa con l’ipnosi, la mindfulness e la compassion focused therapy

Maurizio Rabuffi - mar 18 feb - cologno monzese , psicoterapia , ipnosi , mindfulness , trauma

Molte persone colpite da esperienze svalutanti nell’infanzia e nell’adolescenza, si trovano ad affrontare il senso di colpa. Per molti è difficile, se non impossibile, pensare di abbandonare l’idea di essere responsabili di quello che è accaduto e questo, nel lungo termine, ha conseguenze dolorose sulla loro vita.

In generale il nostro cervello attiva il senso di colpa quando crediamo di aver violato i valori morali del gruppo di appartenenza e di esserne in qualche modo responsabili. Il senso di colpa ci impone di credere che avremmo potuto influenzare ciò che ci è accaduto. Senza possibilità di controllo su quello che accade non ci sentiremmo in colpa. Il senso di colpa ha due funzioni principali: una sociale e una individuale.

Socialmente il senso di colpa ci segnala che abbiamo infranto una regola morale e che per conseguenza potremmo venire esclusi dal gruppo di appartenenza. L’impulso all’azione è quello di chiedere perdono e riparare. Un’adeguata riparazione, normalmente è accettata dal gruppo in quanto presuppone che il comportamento non si ripeterà più e la colpa può venire perdonata.

Individualmente, quando ci troviamo di fronte a situazioni incontrollabili e pericolose, cerchiamo di capirne la causa. Questa è una caratteristica fondamentale del nostro cervello che in condizioni di impotenza ci spinge verso la ricerca di una spiegazione. Se non troviamo spiegazioni razionali allora crediamo in forze magiche che influenzano gli aventi. I bambini procedono allo stesso modo: quando sono minacciati cercano la causa in se stessi ipotizzando che sia il loro comportamento a indurre gli altri a fare brutte cose. Questo errore di attribuzione li libera dall’impotenza ma determina come conseguenza che si sentono colpevoli e investono molte energie per capire cosa fare per cambiare se stessi.

Le persone traumatizzate, o che ripetutamente sono state ignorate o svalutate dalle figure di riferimento, spesso soffrono di persistenti sensi di colpa che determinano la loro visione di sé e degli altri. Da un punto di vista evolutivo i bambini tendono ad adattarsi all’ambiente sociale in cui vivono. Tutti i bambini desiderano sentirsi inclusi nell’ambiente familiare e con questo scopo si conformano alle regole e alle usanze dell’ambiente cercando in ogni modo di trovare affetto, apprezzamento e accettazione. La stessa cosa accade anche ai bambini vittime di violenza, abbandono, umiliazione… Non potendo cambiare la famiglia in cui vivono e dovendo garantire la loro sopravvivenza, si adattano all’ambiente accogliendo come normali circostanze che spesso sono angoscianti e umilianti. Il bambino, non potendo abbandonare la famiglia di origine, non può attribuire colpe ai genitori per il mancato soddisfacimento dei suoi bisogni. L’unica opzione disponibile è allora quella di incolpare se stesso alleviando in questo modo il vissuto di impotenza che lo affligge. L’abitudine al pensiero di essere colpevole porta alla convinzione di essere cattivo, malvagio, sbagliato…. Queste credenze, diventano nel tempo così familiari che le persone hanno quasi paura di vivere senza di loro.

Il senso di colpa, che inizialmente ha il vantaggio di far diminuire l’impotenza e l’incontrollabilità degli eventi, nel tempo porta alla paura costante di essere socialmente esposti al giudizio e alla punizione degli altri.

In genere il senso di colpa è legato a pensieri come “ho fatto qualcosa di sbagliato; sono cattivo; gli altri mi rifiuteranno; gli altri mi puniranno; non merito che gli altri mi vogliano bene; se gli altri mi conoscessero veramente mi abbandonerebbero; merito di essere trattato male….”. Spesso compaiono anche pensieri suicidari legati alla ricerca di espiare o liberarsi dal senso di colpa.

Il senso di colpa è accompagnato dall’emozione della vergogna. A volte si può persino provare disgusto per se stessi a causa del collegamento tra senso di colpa e vergogna.

Da un punto di vista fisico le persone che si colpevolizzano presentano diversi sintomi fisici quali mal di testa, dolori addominali, crampi muscolari, dissenteria, difficoltà a parlare… L’impulso ad agire in questi casi è la sottomissione o il sacrificio per gli altri.

Anche quando si è fatto i conti con l’origine del senso di colpa e compreso di non avere responsabilità su quello che è accaduto nel passato, il senso di colpa cercherà comunque di influenzare il pensiero e la tendenza all’azione della persona. Il cervello è abituato a sentirsi in colpa e ci vorrà del tempo per non sentirsi più in questo modo.

Come gestire il senso di colpa associato alle esperienze negative di vita nel breve termine?

Per ridurre nel breve termine la colpa ingiustificata è necessario:

  • controllare la respirazione: cercare di respirare in modo regolare e se ci si sente congelati o costretti è utile attivare la circolazione con esercizi quali il salto della corda o il jumping jacks. Se il respiro è accelerato è necessario invece calmare la respirazione ad esempio appoggiando le mani sul ventre e muovendole insieme al respiro. E’ di aiuto fare espirazioni più lunghe delle inspirazioni e una breve pausa di circa due secondi prima di riprendere fiato;
  • cambiare i pensieri: quando ci si sente in colpa si attivano le credenze negative su di sé. A volte possono insorgere sentimenti di odio, disprezzo verso se stessi o pensieri suicidari. Occorre essere consapevoli che molti di questi pensieri sono radicati nel passato e che la maggior parte di quello che è accaduto non è per colpa propria;
  • modificare la postura: è utile rilassare i muscoli facciali, sollevare la testa, tirare indietro le spalle, dondolare leggermente sulla punta dei piedi, battere i piedi, respirare profondamente nello stomaco;
  • cambiare la propria percezione: quando ci di sente in colpa ci si concentra solo sui volti ostili e sui commenti critici. Il pensiero opposto al senso di colpa si dirige verso ciò di cui siamo felici e orgogliosi. Per attenuare il senso di colpa dobbiamo allora orientare la nostra attenzione verso stimoli positivi o imparare a interpretare i segnali neutri che provengono dagli altri come positivi;
  • cambiare l’impulso all’azione: quando ci si sente in colpa il cervello ci spinge a scusarci o sottometterci. E’ importante non cedere a questo impulso. La colpa genera un forte impulso alla sottomissione e all’autopunizione. Molte persone che hanno subito violenza interpersonale o abusi sessuali durante l’infanzia tendono a sentirsi costantemente in colpa. Questo senso di colpa deriva dal passato: è servito un tempo per non sentirsi impotenti. Agire nella direzione opposta permetterà nel tempo di allontanare il senso di colpa.

Come gestire il senso di colpa associato alle esperienze negative di vita nel lungo termine?

Per riuscire ad alleviare il senso di colpa nel lungo termine è necessario in percorso di psicoterapia che porti la persona ad elaborare i traumi del proprio passato e l’identità negativa ad essi connessa. Strumenti come la Mindfulness e la Compassion Focused Therapy possono risultare di supporto per sviluppare la Mente Saggia, ovvero l’esperienza intuitiva dell’essenza luminosa, pura e fluida del nostro essere. L’ipnosi permetterà invece di lavorare sui traumi e sulla ristrutturazione dell’identità negativa ad essi associata.

Maggiori informazioni su come affrontare il senso di colpa

Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta specialista di Ipnosi, Mindfulness e Compassion Focused Therapy a Milano e Cologno Monzese

Psicologo - Psicoterapeuta a Milano e Cologno esperto in Ipnosi, Mindfulness e Compassion Focused Therapy.

Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è un consulente professionista che aiuta i pazienti a comprendere le proprie caratteristiche individuali e sviluppare le strategie più opportune per affrontare il senso di colpa. Grazie all'intervento da lui offerto nei suoi studi, alla conoscenza e all'esperienza maturata, le persone potranno elaborare i propri traumi e alleviare il senso di colpa ad essi associati. Lo Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è iscritto all'Albo degli Psicologi della Lombardia (Sezione A, nr. 18441). Nel corso degli studi ha approfondito gli aspetti teorici e metodologici della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), dello Psicodramma Moreniano, della Mindfulness, dell'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), della Schema Therapy, dell'Emotionally Focused Couples Therapy, dell'Ipnosi Ericksoniana, dell'Ipnosi Regressiva, della Psicoterapia Sensomotoria e della Psicologia Aumentata.


Può essere contattato per un percorso di psicoterapia individuale al numero 3479013916 oppure via mail scrivendo a info@rabuffi.it.

Riceve nei sui studi di Milano e Cologno Monzese:

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