Attraversare il lutto

Attraversare il lutto

Maurizio Rabuffi - mer 03 apr - ipnosi , psicoterapia , cologno monzese , milano , depressione , tecniche psicologiche

Il lutto rappresenta sempre la fine di qualche cosa: la morte di una persona, la fine di una relazione, una malattia che cambia la nostra vita, un tradimento, un aborto… Come questa fine si verifica, modellerà la nostra esperienza del lutto e della sofferenza ad esso connessa.

Negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione, rappresentano la struttura attraverso cui le persone convivono con l’esperienza del lutto. Queste fasi permettono di inquadrare e identificare ciò che si può provare a seguito di una perdita. Non sono necessariamente fasi sequenziali e non tutti le attraversano completamente o nell’ordine descritto. Non si entra ed esce da ogni singola fase in modo lineare: si può essere in una fase, passare alla successiva e poi tornare alla precedente. Ogni fase è una risposta al dolore della perdita la cui durata non è definibile a priori. Il lutto, come il trauma, è un’esperienza soggettiva e non esiste un modo giusto o sbagliato per affrontarlo.

Negazione

La negazione è la prima delle cinque fasi del lutto. Ci aiuta a sopravvivere alla perdita. In questa fase, la persona, negando l’evento, diventa insensibile al dolore. Il mondo diventa insignificante e ci si chiede come andare avanti, se è possibile andare avanti, perché mai si dovrebbe andare avanti.

La negazione aiuta a calmare il dolore rendendo possibile la sopravvivenza. È il modo con cui la mente lascia entrare nello spazio della consapevolezza quello che si è in grado di sopportare. Quando poi, con il tempo, si inizia ad accettare la realtà della perdita e a farsi delle domande a riguardo, inconsapevolmente inizia il processo di guarigione e la negazione svanisce, lasciando che i sentimenti negati possano emergere alla coscienza.

Rabbia

La rabbia è una fase necessaria del processo di guarigione. Dobbiamo essere disposti a sentire la rabbia anche se può sembrare senza fine: più sentiremo la rabbia e più questa inizierà a dissolversi. La rabbia talvolta non ha limiti: può estendersi agli amici, ai medici, alla famiglia, a noi stessi, a Dio, ma anche alla persona amata che ci ha lasciato. La rabbia è la guardia del corpo del dolore e la sua forza può rappresentare un’ancora al vuoto lasciato dalla perdita. All’inizio, il dolore non ha collegamento con nulla, poi con la rabbia lo si dirige verso qualcuno o qualcosa. La rabbia diventa così quel ponte sul mare aperto che fornisce una struttura a cui aggrapparsi per tollerare il dolore. Di solito le persone sopprimono la rabbia piuttosto che farle spazio e darle un significato: quello dell’amore verso chi non è più con noi.

Contrattazione

Prima di una perdita, siamo disponibili a fare qualsiasi cosa per evitare di perdere la persona amata. È facile, ad esempio, ascoltare persone che si rivolgono a Dio contrattando con lui: “non mi arrabbierò più con mia moglie se la lascerai vivere; se mio figlio nascerà sano andrò tutti i giorni in chiesa; se mi mia moglie non mi lascerà cambierò e diventerò più buono…”.

Dopo la perdita, la persona cerca una tregua dal dolore desiderando che la vita ritorni a ciò che era prima. La persona si perde nella ruminazione, in un labirinto di affermazioni del tipo “se solo…; se avessi…”: la mente torna indietro nel tempo per scoprire con anticipo la malattia, evitare che succeda l’incidente, intercettare i segnali di disagio del partner prima del tradimento... Il senso di colpa è spesso il compagno della contrattazione: ci porta a ricercare quello che avremmo potuto fare diversamente “contrattando” con il passato la via d’uscita dal dolore.

Depressione

Dopo la contrattazione, l’attenzione si sposta nel presente e il dolore entra nella vita della persona a un livello molto più profondo. Sembra che questa fase depressiva debba durare per sempre. Questa fase non è il segno di una malattia mentale quando piuttosto la naturale risposta a una grande perdita che lascia la persona avvolta in una nebbia di profonda tristezza, chiedendosi quale sia il senso di andare avanti da sola nella vita.

La depressione dopo una perdita è troppo spesso vista come innaturale: uno stato da correggere, qualcosa da cui uscire. La prima domanda da porsi però è se la situazione in cui ci si trova è effettivamente deprimente o meno: la perdita di una persona cara, la fine di una relazione, un tradimento…. sono situazioni molto dolorose e la depressione può essere una risposta normale e appropriata. Non provare depressione è piuttosto insolito: se il dolore fa parte del percorso di guarigione, la depressione è uno dei tanti passaggi necessari lungo questo percorso.

Accettazione

L’accettazione viene spesso confusa con l’idea che ciò che è accaduto è tutto ok, ma questo non è il caso. La maggior parte delle persone non starà mai bene o si sentirà a posto per la perdita di una persona cara. Questa fase riguarda l’accettazione della realtà che la persona amata non è più con noi e il riconoscimento che questa nuova realtà sarà una realtà permanente. Questa realtà non ci piacerà mai né mai sarà ok, ma alla fine andrà accettata e occorrerà imparare a conviverci. La persona dovrà accettare di vivere nel mondo senza la persona amata. Nel resistere a questa nuova realtà, all’inizio molte persone cercano di mantenere la vita com’era in precedenza. Col tempo, tuttavia, attraverso frammenti di accettazione, ci si rende conto che il passato non purò mantenersi intatto: è cambiato per sempre e occorre riadattarsi. Le persone devono imparare a riorganizzare i ruoli, riassegnarli ad altri o assumerli direttamente.

Quando si ricomincia a vivere e si riassapora la vita, spesso si ha la sensazione che, così facendo, si tradisce la persona amata. Non potremo mai sostituire ciò che è andato perduto, ma possiamo creare nuove connessioni, nuove relazioni significative, nuove interdipendenze. Invece di negare i propri sentimenti, occorre ascoltare propri bisogni investendo nelle amicizie e nel rapporto con se stessi.

Ipnosi e Psicoterapia Sensomotoria per elaborare il lutto con la mente e con il corpo

Il lutto per cambiare deve evolvere e per farlo necessità di essere testimoniato. Per questo motivo può essere importante farsi aiutare da uno psicoterapeuta che ci supporti nell’attraversare le fasi della sua elaborazione: il dolore è necessario ma il continuo soffrire può essere evitato.

È importante conoscere come la persona sia stata educata rispetto alla perdita, conoscere i suoi valori, le credenze rispetto alle emozioni negative. È la paura che le emozioni possano essere definitive che ci blocca: la persona non si muove incontro al dolore, ma lo lascia sempre alle sue spalle. Solo però se il lutto viene affrontato può cambiare.

Il lutto colpisce le persone dal profondo e viene trattenuto nel corpo. Attraverso la psicoterapia sensomotoria possiamo supportare l’elaborazione del lutto utilizzando il corpo come risorsa per rilasciare la rabbia e incontrare il dolore sottostante alla perdita.

Erroneamente, crediamo che con il tempo il nostro dolore debba diventare più piccolo. La realtà invece è che è la persona che deve diventare più grande del suo dolore. Attraverso l’ipnosi ericksoniana, utilizzando opportune metafore ipnotiche dedicate a questo obiettivo (dialogo con la morte, dialogo con il defunto per lasciare andare le cose in sospeso…) possiamo riuscire a lasciare andare la sofferenza riprendendo a vivere nell’amore.

Maggiori informazioni su come attraversare un lutto

Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta specialista dell'Ipnosi a Milano e Cologno Monzese

Psicologo - Psicoterapeuta a Milano e Cologno Monzese per l'intervento su come attraversare un lutto.

Maurizio Rabuffi, Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è un consulente professionista che aiuta e sostiene i pazienti a superare il lutto. Grazie all'intervento da lui offerto nei suoi studi, alla conoscenza e all'esperienza maturata, le persone potranno migliorare la qualità di vità. Lo Psicologo - Psicoterapeuta di Milano è iscritto all'Albo degli Psicologi della Lombardia (Sezione A, nr. 18441). Nel corso degli studi ha approfondito gli aspetti teorici e metodologici della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), dello Psicodramma Moreniano, della Mindfulness, dell'Ipnosi Ericksoniana, dell'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), della Schema Therapy, dell'Ipnosi Regressiva, della Psicoterapia Sensomotoria e della Psicologia Aumentata.


Può essere contattato per un percorso di ipnoterapia al numero 3479013916 oppure via mail scrivendo a info@rabuffi.it.

Riceve nei sui studi di Milano e Cologno Monzese:

ULTIMI ARTICOLI

Il trattamento cronico dell’ansia e degli attacchi di panico attraverso l’ipnosi e la schema therapy

Il trattamento cronico dell’ansia e degli attacchi di panico attraverso l’ipnosi e la schema therapy

I modelli standard di intervento della terapia cognitivo-comportamentale hanno mostrato essere efficaci per la maggior parte dei disturbi d'ansia. In alcuni casi però, quando il disagio...

SCOPRI
Ansia e depressione: Come intervenire?

Ansia e depressione: Come intervenire?

Si stima che circa il 7% della popolazione oltre i 14 anni soffra di disturbi ansioso-depressivi. Il 14% presenta invece disturbi d'ansia e di panico. Purtroppo, oltre il 30% dei pazienti con...

SCOPRI
Come affrontare il dolore della perdita: l’uso dell’ipnosi

Come affrontare il dolore della perdita: l’uso dell’ipnosi

Il dolore è la risposta naturale alla perdita. Il dolore per la perdita può essere sperimentato in varie situazioni tra cui: perdita di un'amicizia, fine di una relazione, tradimento,...

SCOPRI
Workaholic: segni e sintomi della dipendenza dal lavoro

Workaholic: segni e sintomi della dipendenza dal lavoro

Viviamo in un'epoca storica che promuove la prestazione. Se da un lato l'impegno e la carriera lavorativa sono importanti, dall'altro è fondamentale, per preservare il benessere psicologico,...

SCOPRI